martedì 17 giugno 2014

Revelli: In Italia dilaga la malignità del banale

caso Yara Gambirasio
Da Yara alla famiglia di Motta Visconti il Paese sembra in balia di una violenza insensata che si annida nella normalità quotidiana. Ne abbiamo parlato con il sociologo Marco Revelli. «Siamo di fronte a vite in cui gli altri appaiono solo come sfondo o come ostacolo. Una vita nel quale l'elemento della relazione è cancellato. E trionfa un individualismo feroce.
La cronaca, in particolare nera, non ci dà tregua. Qualche giorno fa un padre e marito, dopo aver fatto l'amore con la moglie la uccide a coltellate, uccide i figli. Poi si lava e va a vedere la partita con gli amici. Una volta tornato a casa inscena una rapina finita male. Il motivo è un'infatuazione per una collega. Poco dopo si è scoperto che l'assassino di Yara Gambirasio è un padre e marito incensurato di Bergamo. C'è un fil rouge che accomuna questi assassini (e molti altri di questi anni): sono tutti persone qualunque. Ne abbiamo parlato con il sociologo Marco Revelli.
In queste ore la stampa ci sta raccontando tante storie violente. Tutte sconcertanti perché hanno come protagonisti personaggi normali, quasi banali...
Il fatto più sconvolgente è quello di Motta Visconti. Nella successione di quegli atti, più che nell'efferatezza del gesto. Non sono l'uxoricidio e l'infanticidio a destare orrore ma tutto quello che succede dopo. La partita con gli amici e il coraggio di tornare a casa e fingere. In quella succes-sione di atti emerge un orrore che personalmente mi ha dato un senso di nausea, di malessere fisico. Segna un fondo, un termine della notte (bout de la nuit) come direbbe Céline... (segue)

7 commenti:

  1. l'inasprimento delle leggi non hanno sortito l'effetto voluto, l'animale uomo continuaq a considerare la donna una sua proprietà... io punterei tutto sull'educazione fin da piccoletti

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  2. Tu capisci che noi siamo inseriti nella società dei consumi occidentale.
    Occorrebbe un grande sforzo dei media televisivi per inculcare nei morti di fame (il 90% della bobbolazione) il concetto della presa di coscienza del proprio stato, cioè spiegare ogni giorno che certi atteggiamenti (droghe, minorenni, famiglie allargate, spese incontrollate, parrucchiere, massaggiatori, etc.) sono riservati solo ai ricchi caporioni, come era una volta, anzi ai bei tempi i ricchi gaudevano, scopavano, sniffavano, mantenevano famiglie allargate senza neanche divorziare ed i media mai lo facevano notare al bobbolo.
    Tu capisci che il bobbolo poverino si lascia facilmente circonvenzionare dalle immagini che vede ogni giorno in TV.
    Oppure ci potrebbe essere una soluzione più drastica, mettere su una rebubblica islamica per restaurare i sani valori, quelli che tutti oggi rispolverano ogni qualvolta un pazzo si mette a sparare, picconare, scortellare, ma allora secondo me è meglio armarci tutti e circolare per le vie con l'animo in pace.
    Armatevi, finchè siete in tempo !

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  3. Ma comunque sono fenomeni universali, non solo italiani

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  4. Sinceramente non ho niente da dire sull'ennesime vicende tragiche che colpiscono un po' qui e un po' lì. Sulla vicenda di M.Vis. una mancanza da parte della bestia di responsabilità verso un impegno preso nel formare una famiglia. Per l'altra bestia, quella delle lampade e la cura maniacale di quel cazzo di pizzetto....a volte basta fece per rendesi conto di che omo hai di fronte. Basta basta, non ho voglia neanche di scrivere.

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  5. @ Enio
    assolutamente d'accordo. Il maschilismo è un fatto culturale, basato su alcuni dati di fatto ancestrali (l'uomo=forza, caccia ecc., donna= debole, casa, figli ecc.) che è possibile sconfiggere. E infatti nei paesi più progrediti ci sono riusciti molto bene.
    ciao

    @ Fra
    non è solo un fatto di consumi, ricchi e poveri, ecc. Il maschilismo (e nella sua faccia più orrenda, la violenza sulle donne e il femminicidio) attraversa tutti gli strati sociali e tutte le età (basta leggere le cronache).
    Per me la prima cosa è la presa di coscienza da parte degli uomini. Non bastano le leggi più restrittive. E poi certo i media disgraziati (B: con le sue tv ha avuto la sua bella fetta di colpa), ma la cosa risale ancora a prima in Italia e al mondo.
    Pensa alle più disgraziate africane, asiatiche, sudamericane..
    ciao

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  6. @ Red
    ecco, infatti..

    @ Primo
    già condividere la riprovazione è una cosa..
    un saluto..

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  7. Non sono l'uxoricidio e l'infanticidio a destare orrore ma tutto quello che succede dopo. La partita con gli amici e il coraggio di tornare a casa e fingere.

    Non è forse questa la 'banalità del male' cui fece riferimento Hannah Arendt nel suo resoconto del processo ad Eichmann ?

    sheraunabbraccioanzidue

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