L'accelerazione impressa da Matteo Renzi nel suo “semestre europeo” lascia sul terreno cumuli di macerie (a cominciare da quelle del suo partito). E apre almeno tre grandi questioni, clamorosamente evidenti in questi giorni solo a volerle vedere: una questione istituzionale, annunciatasi fin dalla battaglia d’estate sul (e contro il) Senato. Una nuova questione sociale: nuova perché si poteva pensare che già col governo Monti si fosse arrivati a mordere sull’osso del mondo del lavoro, e invece ora si affondano i colpi ben sotto la cintura. Infine una grave questione democratica, resa drammatica dall’intrecciarsi delle prime due, e dal ruolo che la crisi gioca nel dettarne modi e tempi di sviluppo.
Renzi — nonostante le retoriche che ne accompagnano e potremmo dire ne costituiscono l’azione — non rappresenta una possibile soluzione della crisi economica e sociale italiana. Non ha né la forza (nei rapporti inter-europei) né le idee per aprire anche solo uno spiraglio. Ma condensa in sé — nella propria stessa persona, nel proprio linguaggio e nei propri comportamenti quotidiani, oltre che nelle misure che impone — il modo con cui la crisi lavora. È, si potrebbe dire, il lavoro della crisi tradotto in politica: ne converte in pratica di governo tutto il potenziale destabilizzante...
(segue su il Manifesto del 9/10/2014)
Porre la fiducia su una legge delega è inaccettabile, come lo è legiferare sull'art.18 se non contenuto nella delega. Di fatto si sposta il potere legislativo sul governo disapplicando la costituzione. Molto probabilmente il provvedimento che ne uscirà sarà ritenuto incostituzionale. In ogni caso riformare ulteriormente l'art.18 espone chiunque al licenziamento, con danni irreparabili. E questo per dimostrare cosa?
RispondiEliminaahò, già te sei stancata puro de Matteo!
RispondiEliminaPoverello, ma che poterebbe da fà de diverso?
Oramai la casa è destinata a crollare, bastano una ventina de alluvioni nel vicino inverno ed è finita.
Na vorta se alluvionava solo il polesine, ma a quei tempi c'era un unico ente responsabile, il genio civile, e non si è più parlato de alluvioni, neanche qui da noi alla magliana, dopo che fu fatta la diga di tor di quinto.
Oggi ce saranno come minimo 20 enti preposti e tutti a magnà e succhià soldi che non ci sono mai per fare qualche opera.
I 20 enti mica li poi abolì accussì, so' tutti carichi de amici e parenti
mi sono letto tutto l'articolo. Aspetto fiducioso la proposta ampia-politica,sociale,culturale,morale-, il fronte articolato e la sfida alta a Renzi.
RispondiEliminaE' la continuazione di Berlusconi, che a sua volta era la continuazione di Craxi. Tre Repubbliche, stesso schifo
RispondiEliminaNo ma adesso c'è la Job Act..
RispondiEliminaNon esisterebbe costui al potere tramite il patto del nazareno se non si fossero creati i presupposti in questi decenni passati,la mancanza di uomini e idee socialdemocratiche hanno lasciato il potere in mano a queste schifezza neo liberista voluta dalla Bce e dalla Germania.
RispondiEliminaSono tutti cavoli amari sulle nostre teste,e se ci sono ancora alcuni che reagiscono a questo schifo,pare che tutto sgorghi come semplice acqua dalla sorgente per la stragrande maggioranza del paese.
Da freedom sul lavoro in campagna e non solo nel ragusano
Ignoro cosa sia la "pensa",spero sia qualcosa di terribile per gli schifosissimi ricattatori.
ciao