Norma Rangeri su Il Manifesto
A cominciare da chi è corso in procura a consegnare l’esposto per gli scontrini, intravedendo nella classica buccia di banana giudiziaria l’occasione ghiotta di un bel bottino elettorale, non essendo riusciti a scalzarlo con le armi proprie della politica. Proseguendo con il presidente-segretario che, per interposti assessori, gli ha ritirato una fiducia che non era nella sua disponibilità dargli, dimostrando, se ancora ce ne fosse bisogno, di tenere in nessuna considerazione il voto dei cittadini. Fino ai monsignori che, seguendo l’imprimatur papale, lo avevano scomunicato bocciandone la sindacatura con dichiarazioni roboanti sulle macerie romane.
E senza dimenticare gli autori della forsennata campagna mediatica che pochi prima di lui avevano avuto l’onore di ricevere, un’offensiva all’insegna del vibrante slogan «vogliamo un sindaco che tappi le buche di Roma». Il ritorno del dimissionario in Campidoglio effettivamente sarebbe un vero colpo di scena in una trama che sembrava ormai destinata a seguire un copione coerente con il trionfo dei terrestri contro il marziano.
La possibilità di un ritiro delle dimissioni l’ha fatta intravedere lo stesso Marino nella conferenza stampa convocata all’indomani del dettagliato resoconto offerto ai giudici sulla storia degli scontrini («se ho scritto che volevo prendere tempo per valutare, significa che lo pensavo e lo penso ancora»). Nell’incontro con i giornalisti il marziano ha respinto al mittente le accuse di aver rubato soldi pubblici bollandole come una violenta speculazione delle opposizioni (Fratelli d’Italia e 5Stelle) a corto di altri argomenti. Poi ha confermato che le sue dimissioni sono state motivate dal rispetto verso la magistratura chiamata ad accertare i fatti.
E mentre la sua ex maggioranza (Pd e Sel) ora si ritrova tra le mani la patata bollente, alle finestre di palazzo Chigi potrebbe arrivare l’eco delle mobilitazioni che la rete di sostegno (“Marino ripensaci”) minaccia di replicare sotto il cavallo di Marco Aurelio.
In fondo Marino era pur sempre salito al Campidoglio con il 64 per cento dei consensi dopo aver vinto le primarie del Pd. Per quanto i romani siano abituati alle millenarie scorrerie del potere, toglierlo di mezzo con un colpetto di palazzo potrebbe averne risvegliato l’anima irriverente. I famosi venti giorni di tempo per ripensarci scadono il 2 di novembre. Sufficienti a scatenare una nuova commedia romana.
le telenovelle sono le preferite dall'immaginifico bobbolo thajthano e lasciamo perde l'opposizione che quando è vera fa bene il suo lavoro
RispondiEliminanon vedo cosa può fare se ritira le dimissioni ma i consiglieri di maggioranza abbandonano l'aula
e infatti i consiglieri (magari alcuni, pochi, ob torto collo) lo hanno abbandonato, bravi bravi clap clap
EliminaSarebbe una cosa interessante.
RispondiEliminala penso come @Ally
RispondiEliminaPiù che marziano ladro.
RispondiEliminasto Marino, lo avevano dato per spacciato e lui torna su dicendo che farà le primarie...avrà mica preso l'abitudine di andare a mangiare gratis la sera e non ne vuole proprio fare a meno ?
RispondiEliminaMarino ha sbagliato alle prime battute,accettando di inserire in giunta renziani della prima e della seconda ora,dalle ultimissime news non ha più speranze di mettere in piedi una nuova realtà comunale,governare la città eterna pare effettivamente una mission impossible,vedremo se sarà un pentastellato o il solito impastato della casta.
RispondiEliminaDa Freedom
Ho il medesimo stato d'animo,mi sono fidato delle prime riflessioni di Carlin Petrini,di come abbiano organizzato una esposizione senza tener conto di chi produce in primo luogo l'alimentazione.
Ciao
Marino ha commesso un solo "errore": quello di dichiarare tutto e di rendere pubblico tutto alla luce del sole, cosa che altri non vogliono fare. Marino può essere un sindaco incapace: non ha fatto, o non ha fatto bene, il suo dovere? Perderà sicuramente le prossime elezioni. Ma almeno è un sindaco ONESTO con tutte le lettere maiuscole.
RispondiEliminasono dalla parte di Marino, ma poche migliaia di cittadini incazzati contro i milioni di residenti a Roma, poco possono fare...
RispondiEliminaIl PD non poteva fare altro per non essere tirato dentro; chi ha sbranato Marino esagerando enormemente le sue colpe ( che ci sono ) sono stati i pentagrilloidi vogliosi di papparsi Roma e consegnarla alla "Grillegno&Casarillo srl" Auguri di cuore, romani!
RispondiEliminanon difenderlo il PD Paolo, non in questa occasione.. ieri sera sotto il Campidoglio c'erano ex votanti e/o iscritti al PD che quasi stavano per sbranare uno dei 19 consiglieri che avevano firmato per far cadere Marino..
Eliminail bugiardone questa volta è stato dismesso dalla sua giunta...
RispondiEliminanon è esattamente così.. leggi Gilioli. ciao
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