mercoledì 13 gennaio 2016

16 gennaio.Torniamo in piazza contro la guerra infinita

16 gennaio. Torniamo in piazza contro la guerra infinita

di Giorgio Cremaschi
(Contropiano del 13/1/2016)



Nella notte tra il 16 e 17 gennaio del 1991 le prime bombe e i primi missili della NATO e degli USA cadevano sull'Iraq. Era la prima guerra del Golfo, che avrebbe dato il via ad una guerra infinita, che come un fiume carsico a volte è parsa inabissarsi, soprattutto nell'attenzione delle varie opinioni pubbliche, per poi riemergere all'improvviso più ampia e devastante di prima.
Due antefatti avevano preparato l'intervento militare del 1991. Negli anni '80 Il conflitto in Afghanistan aveva schiantato l'Unione Sovietica mentre gli USA avevano armato il fondamentalismo islamico armato dei talebani e di Bin Laden. Contemporaneamente l'Iraq di Saddam Hussein, anche in questo caso con il sostegno USA, aveva intrapreso una terribile guerra contro la rivoluzione sciita in Iran. Come premio per i costi di questa impresa il dittatore iracheno aveva poi pensato di occupare il Kuwait, contando sul silenzio assenso del suo protettore. Che invece doveva tenere conto del suo primo alleato nella regione, l'Arabia Saudita di cui il piccolo stato petrolifero era una dependance, e che quindi non avrebbe potuto accettare il fatto compiuto.


Ronald Reagan il presidente più reazionario di tutto il novecento statunitense, l'interprete della svolta liberista e antisindacale nelle politiche economiche, fu responsabile della decisione di sostenere i talebani e Saddam Hussein. Reagan fu l'apprendista stregone che suscitò le forze che poi gli USA furono costretti a combattere, ma questo non vuol dire che la guerra iniziata nel 1991 sia stata in pura continuità con quelle precedenti. Le guerre alimentate da Reagan erano rivolte contro l'Unione Sovietica, in un recente talk show Edward Luttwak ha affermato che sostenere i talebani fu comunque un buon affare, perché servì a far crollare il comunismo. Ma nel 1991 la Germania era appena riunificata e l'Urss stava crollando, gli USA non avevano avversari. Una politica di pace dei vincitori avrebbe voluto che, dopo il crollo dell'avversario, la NATO fosse sciolta e il disarmo proclamato. Invece si fece l'esatto contrario. La NATO fu rafforzata come strumento di potere mondiale e le spese militari incrementate. Così la guerra che iniziava nel 1991 affondava le sue radici nel passato, ma era collocata in una dimensione nuova. Essa era un conflitto del Medio oriente che in realtà coinvolgeva tutto il mondo, era un conflitto mondiale localizzato.
L'unica grande potenza rimasta costruiva una coalizione mondiale che riduceva l'ONU a misera sede di ratifica delle decisioni già prese. E proprio per affermare il proprio ruolo egemone sul nuovo ordine nel pianeta , gli USA dovevano dare a Saddam una lezione che imparassero tutti. Allora si inventò il mito della grande minaccia incombente, gli intellettuali e i mass media furono messi in campo per spiegare che un nuovo Hitler era comparso e che non si poteva cedere a lui come fecero invece le potenze occidentali di fronte al Führer nel 1938. La guerra diventò ordinatrice, democratica, umanitaria, contro il terrorismo. E questa follia ipocrita ci ha accompagnato fino ad ora. Le parole di guerra di allora son le stesse di oggi, a qualche telegiornale potrebbe essere cambiata la data di 25 anni e sarebbe difficile cogliere la differenza.
Il 1991 fu percorso da una vasta mobilitazione pacifista, che durò e si rafforzò per tutto il decennio, al punto che alle soglie del 2000 il New York Times definì il movimento contro la guerra la seconda potenza mondiale. (..segue)

12 commenti:

  1. che bello che fu il 91, lo ricordo perfettamente perché ero in piena adolescenza, la voce mi cambiava, qualche pelo spuntava sotto il naso

    RispondiElimina
  2. appuntamenti del 16
    ROMA - Piazza Esquilino, ore 14
    MILANO - Piazza S. Babila, ore 15

    RispondiElimina
  3. A Roma, a Milano e alla base militare usa dal molin di Vicenza, per gli stessi motivi.

    RispondiElimina
  4. E non ci sarà solo quella guerra, ormai in Italia ci sarà sempre più una guerra tra poveri nelle aziende rimaste in piedi come scritto nel mio penultimo post che ti invito a commentare.

    RispondiElimina
  5. non è finita ancora quella guerra... :/ come dici giustamente tu nel titolo.

    RispondiElimina
  6. L'America da quasi un secolo fa il bello e il cattivo tempo in giro per il Mondo. Poi quando accadono gli 11 settembre ci scandalizziamo, anzi, si scandalizzano...

    RispondiElimina
  7. Ciao! Ti ho nominato per il Premio Dardos! Dai un'occhiata al mio blog ;)Fatti sentire!

    RispondiElimina
  8. finchè c'è petrolio da razzolare a buon mercato ci sarà sempre una guerra e l'America in questo è al primo posto...

    RispondiElimina
  9. questo tuo lungo silenzio è angosciante
    almeno dicci che si tratta di stanchezza di scritti liberatori
    take care

    RispondiElimina