giovedì 23 febbraio 2017

Ex Rialto: se la giunta Raggi costruisce il deserto e lo chiama legalità

(Il Manifesto 21.2.2017)

I sigilli posti all’ex Rialto sono una cartina di tornasole dello stato di salute della democrazia a Roma e soprattutto di come oggi i poteri siano dislocati ben al di fuori dagli organi elettivi. Accade così che, dopo un anno di mobilitazioni della città dal basso, il Consiglio Comunale finalmente approvi una mozione che chiede espressamente la moratoria su tutti gli sgomberi di spazi sociali e culturali, ovvero delle oltre 850 esperienze autogestite e dal basso che hanno sinora impedito ad una città, da sempre prigioniera della rendita e della finanza, di sprofondare nell’anomia e nella solitudine competitiva.
E accade che gli sgomberi proseguano senza soluzione di continuità, a volte decisi dalla Prefettura, a volte dalla Magistratura, a volte – è questo il caso dell’ex Rialto – dal Comune stesso. E accade che chi governa la città ammetta di non saperne nulla e di nulla poter fare di fronte ad una macchina amministrativa che si muove in autonomia.
C’È QUALCOSA che la giunta Raggi continua a non capire: oggi vincere le elezioni non corrisponde a prendere il potere e se non si governa confliggendo con i poteri forti – ovunque dislocati – si finisce per assecondarli, tanto sulle scelte strategiche quanto nell’etica pubblica. Fino a deificare le procedure. Così se la Corte dei Conti si è inventata che l’edificio dell’ex Rialto (uno stabile degradato, privo di riscaldamento e di acqua potabile) deve produrre profitto per il Comune, e il dirigente del dipartimento Patrimonio esegue chiedendo cifre a dir poco esorbitanti di affitto a realtà di volontariato, fino a porre i sigilli alla struttura, la Giunta Raggi dice di non essere d’accordo e nulla più.
È così che esperienze associative come il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, Attac Italia, Circolo Gianni Bosio, Trasform (solo per citare alcune del Rialto) vengono messe per strada e un edificio, reso vivibile dalle stesse, riconsegnato al degrado e all’abbandono. E in questo modo non si produrrà alcuno dei profitti richiesti dalla Corte dei Conti.
TUTTO QUESTO PERCHÉ c’è qualcos’altro che la Giunta Raggi continua a non capire: la legalità è un concetto complesso e, se non se ne comprendono le articolazioni, si finisce per fare il contrario di quello che si era annunciato. È del resto quanto già dimostrato in merito al debito di Roma Capitale e alla gestione dei beni comuni e dei servizi pubblici locali. Si può mettere in campo un’indagine indipendente e partecipata sul debito (scritta nel programma elettorale) senza confliggere con il decreto “Salva Roma” che quel debito perpetua, predeterminando qualsiasi scelta da qui al 2048? Si può aprire un percorso per la ripubblicizzazione dell’acqua (decisa da un referendum nazionale e scritta nel programma elettorale) non configgendo con Acea Spa e lo shopping che sta facendo sui servizi idrici di tutto il Centro Italia?
Non si può e l’illusione di essere la Sindaca di tutti evapora in una realtà in cui ci si trova ininfluenti rispetto all’azione dei poteri forti. Il problema di fondo è che chi governa pensando di rappresentare una città complessa finisce per costruire poco più che una rappresentazione chiusa e autoreferenziale, con la conseguente necessità di continua legittimazione da parte di quelli “che contano”.
MA L’IDEA che si possa continuare a sfuggire alle contraddizioni è ormai senza fiato. Da anni a Roma i poteri forti hanno deciso di eliminare tutto ciò che si muove al di fuori dello schema del profitto, della rendita e della solitudine. Ascoltare la città è l’unico modo per fermarli e per non doversi trovare domani ad aver costruito un deserto sociale chiamato legalità.
*Attac Italia (Marco Bersani)

13 commenti:

  1. ma se non sbaglio quando fu eletta a furor di popolo disse che con lei i poteri forti sarebbero stati sconfitti, avrebbe ripulito la città dal marciume e avrebbe ridato dignità alla città...o sbaglio?

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  2. "la legalità è un concetto complesso"... per governare la legalità deve coniugarsi con la "giustizia"

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  3. almeno ale-manno con chi occupava ce se metteva d'accordo e pe' liberà dava o prometteva case bobbolari

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  4. Mi sembra un bel pezzo, che dimostra tutti i limiti politici del Movimento, a partire dal concetto di legalità, rapporto con i poteri forti, schierarsi con chi lotta da sempre contro di essi. E non ci si può più nascondere dietro un dito.

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  5. i poteri forti sono duri da debellare e la Raggi verrà nessa nel tritacarne e macinata come Marino è solo questione di tempo

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  6. Tempi durissimi con la sinistra ormai sparita in Italia,purtroppo questi sono gli effetti non solo collaterali,ne vedremo purtroppo di peggio.

    Ciao

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  7. la Raggi poveretta è stata prestata per sbaglio alla politica è sempre tra l'incudine e il martello

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  8. Lasciando perdere la giunta Raggi,siamo messi bene in Italia tra questi e gli altri.

    Ti rispondo qui perchè su Twitter con 1 140 caratteri è uno sfinimento

    Ero al mare ieri Paola,non te l'ho mai detto ma sono un tiepido tifoso del Toro,non avrei mai potuto essere su quella piazza.

    Comunque ti invio il commento che ho pubblicato sul Fq pochi minuti fa sull'accaduto e se chi ha scatenato quell'inferno è colui che è ritratto sull'articolo del giornale stesso online

    Confermata la realtà che la mamma degli idio.. è sempre gravida,e qui si tratta davvero di un fenomeno sesquipedale,se il tizio ritratto dalle immagini ha scatenato quell'inferno.

    In seconda battuta,direi che da ieri si è capito che organizzare queste manifestazioni popolari è rischiosissimo,toccherà in futuro limitare le piazze a un numero congruo di partecipanti e un servizio d'ordine che controlli gli alcolici,tramite perquisizioni delle borse e il divieto di vendere alcolici nelle vicinanze,visto e considerato che con i vetri rotti ci sono stati molti feriti.

    Ciao e grazie del pensiero!

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  9. quella poveretta può fare solo quello che fa oggi, quando finisce la pacchia entrerà nel dimenticatoio e anche le sue cazzate avranno fine perchè inascoltate

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  10. Aspetto sempre almeno un tuo commento, grazie

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  11. Il fallimento di una gestione fatta regola

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  12. finalmente Roma è tornata alla normalità, il pensiero dei filosofi oscura il giustizialismo giurisprudenziale.
    Non ci sono più cinghiali, non bruciano più gli autobus, le buche son sparite, la munnezza è rientrata tutta nei cazzonetti grazie ai nuovi condottieri che giustamente hanno preteso un adeguamento salariale passando dai miseri 120 della sognante fanciulla ai 250.
    Mò tra 5 anni ricurrete felici alle urne

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