Dunque occorre ripensare subito e anche in fretta il nostro modello di sviluppo, appoggiato da coalizioni di destra e di sinistra senza distinzione, che vede in questa sempre più fantomatica crescita l'unico obiettivo possibile.
Ieri leggevo casualmente proprio un' intervista di Maurizio Pallante, "L'Italia in recessione, una opportunità per puntare alla decrescita felice" - il sostenitore francese dell'omonimo movimento è Serge Latouche, intervistato giovedì scorso da Servizio Pubblico: per entrambi la crisi economica cui assistiamo presenta, sì, il rischio di un imbarbarimento sociale ma anche, al contrario, l'opportunità di inversione di tendenza dei nostri modi di produrre e consumare e in definitiva di vedere il mondo..
Qui il suo "Manifesto":
La decrescita è elogio dell’ozio, della lentezza e della durata; rispetto del passato; consapevolezza che non c’è progresso senza conservazione; indifferenza alle mode e all’effimero; attingere al sapere della tradizione; non identificare il nuovo col meglio, il vecchio col sorpassato, il progresso con una sequenza di cesure, la conservazione con la chiusura mentale; non chiamare consumatori gli acquirenti, perché lo scopo dell’acquistare non è il consumo ma l’uso; distinguere la qualità dalla quantità; desiderare la gioia e non il divertimento; valorizzare la dimensione spirituale e affettiva; collaborare invece di competere; sostituire il fare finalizzato a fare sempre di più con un fare bene finalizzato alla contemplazione. La decrescita è la possibilità di realizzare un nuovo Rinascimento, che liberi le persone dal ruolo di strumenti della crescita economica e ri-collochi l’economia nel suo ruolo di gestione della casa comune a tutte le specie viventi in modo che tutti i suoi inquilini possano viverci al meglio.
Maurizio Pallante
Sul sito c'è anche il CALENDARIO 2012 con riflessioni, consigli pratici ecc. giorno per giorno..magari alcune cose le facciamo o le pensiamo già credendo di essere isolati.- :-)
Credo la cosa sia più complessa. Saluti da Salvatore.
RispondiEliminaciao Salvatore,
RispondiEliminala cosa mi pare già "abbastanza" complessa così com'è.. ma bisogna pur prendere atto della situazione e invertire la tendenza prima che ci si scanni per le materie prime..
Condivido le analisi che ho sentito direttamente giovedì da Latouche,ho l'impressione che ci vorrà molto tempo e non sarà indolore,chissà se la nostra generazione lo vedrà,anche perchè così non si può andare avanti.
RispondiEliminaMi hai fatto venire l'idea di inserire anch'io l'intervento su Freedom.
Sulla giustizia che non è per nulla uguale per tutti,frequentemente ce ne rendiamo conto.
Buona settimana Gio
parole troppo vaghe, romantiche.
RispondiEliminaQuando si parla di decrescita va messa al primo posto quella demografica e se anche la civiltà occidentale da tempo lo ha capito gli altri i diseredati del terzo mondo non ne hanno coscienza. Al limite occorrerebbe esportare nei pacchi dono solo preservativi e risparmiare i soldi della Fao.
Quando non esisteva consumismo e si risciaquavano le bottiglie e si rimpagliavano le sedie (solo settant'anni fa) sul suolo tajano riuscivano si e no a sfamarsi 30 milioni di abitanti con 20 di essi sparpagliati nelle campagne di giorno a lavorare e la notte ad uccidere i parassiti (lumache, selvaggina, ladri)
ma che ci angosciamo a fare???
RispondiEliminatra 11 mesi non ci saremo piu....:))))(21.12.2012)
Grillo è sempre il solito pirla...
In effetti dovremmo fare rete, unire i nostri gesti quotidiani. Ognuno di noi, nel suo piccolo e giorno per giorno si oppone al sistema. Internet deve servire proprio da collante alle tante anime afflitte di questo Paese, come successo in altri Paesi a noi vicini.
RispondiEliminaNon so, non sono un'esperta in finanza, ma certamente il consumismo sta finemdo per consumare noi e se stesso. I rimedi?... Questo è il problema.
RispondiEliminaci stanno pensando gli autotrasportatori a metterci in ginocchio...prima Monti adesso loro..
RispondiEliminaalleluja
Certo, però non ci sono le forze per farlo. Saluti da Sar.
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