lunedì 26 marzo 2012

Far tornare gli zombi

Non leggo mai Il Tempo (quotidiano romano orientato a destra) ma stamattina l'editoriale di Mario Sechi ascoltato alla radio mi pare interessante per provare a capire cosa si sta muovendo davanti e soprattutto dietro l'attuale governo ... (la frase del titolo è contenuta nel testo, magari l'auspicio finale di Sechi è diverso dal mio, ma la definizione m'è parsa azzeccata  :-).

Il piano per liquidare Monti
Il premier Monti C’è un piano per liquidare il governo dei tecnici, ipotecare la casella della Presidenza della Repubblica, andare al voto e dar vita a un esecutivo di sinistra-centro che spegne il progetto di Partito della nazione di Pier Ferdinando Casini e qualsiasi tentativo di ricostruzione di un’alternativa moderata post-berlusconiana. Il progetto è sempre stato sottotraccia, fin dall’inizio della legislatura, ma finora gli eventi ne avevano impedito la realizzazione. Ora, con la miccia accesa della riforma del Lavoro, questo disegno ha la possibilità di compiersi e sta accelerando la sua parabola.

Sono le parole dei giorni scorsi di Pierluigi Bersani a segnalare l'escalation. Pressato dall'ala dura del Partito democratico e dalla Cgil, il segretario ha cominciato a tirare colpi di piccone sul presidente del Consiglio. Un fatto che ha colpito lo stesso Monti, per la ruvidezza del tono e il senso diretto della minaccia.

Facciamo un flashback cronologico sul Pd e il suo segretario, perché i suoi interventi sono una mappa precisa di quel che sta accadendo. Dopo aver trascorso alcuni giorni a convincere – senza risultato – Monti a commissariare la Rai (che fa parte integrante del piano), il segretario del Pd comincia ad ammonire Palazzo Chigi mentre sono in corso gli incontri con le parti sociali. Il 20 marzo dichiara: «Tocca al governo colmare le distanze sociali». Come dire, è Monti e non Camusso che deve fare il passo indietro. Bersani è a Genova a chiudere l’assemblea degli amministratori locali del Pd. Monti e Fornero spiegano ai sindacati che la riforma non può essere smantellata e «la vicenda è chiusa e si va in aula così». Il governo ha una posizione coerente, Fornero non cede di più. Napolitano è informato durante il faccia a faccia con il premier. Bersani riceve il feedback della Cgil, ma viene informato anche dalle «talpe» che ha nel governo. Tanto che il segretario del Pd interviene con una nota: «A questo punto tocca al Parlamento». Secondo avviso in 24 ore. .. 
(segue)

10 commenti:

  1. i tempi corrono, che quasi non gliela si fa a stare dietro..
    oggi Direzione del PD

    http://www.ilfattoquotidiano.it/
    2012/03/26/direzione-pd-roma-bersani-stretto-fedelta-monti-nodo-lavoro/200145/

    RispondiElimina
  2. Twit dei Viola:

    Sì è conclusa la direzione del Pd, in sintesi dicono: "la proposta del Governo sull'articolo 18 non è condivisibile" #ciaomario

    RispondiElimina
  3. Sarebbe ora che Bersani facesse sentire la voce del PD rispetto alla politica di questo Governo, che ormai si configura come una mera prosecuzione di quella del Governo precedente.

    RispondiElimina
  4. secondo me, quello che se lo prenderà nel culo ( -10% di voti ) sarà senz'altro il pd,
    mentre invece casini mai scenderà sotto quel numero che già detiene, essendo i suoi tutti voti coperti dal clero.
    Cosa poteva fare il Bersa? approfittare del momento e dire, aboliamo l'articolo 18 in cambio dell'abolizione dei patti lateranensi, dell'8 per mille, dello stipendio ai parroci, dello stipendio agli insegnanti di religione etcc.. ettcc..
    dimostrando così di avere delle idee, tanto i clericali non lo voteranno mai pur restando da secoli sulle spalle del varorosissimo bobbolo tajano
    Purtroppo gli elettori del PD sono acculturati, non votano per abbaglio, tipo i leghisti, i fascisti o i mafiosi delle libertà
    gli elettori del PD nel loro piccolo ragionano

    RispondiElimina
  5. In caso di elezioni anticipate, il Pd perderà anche questa volta.

    RispondiElimina
  6. ma lo sai che domenica assera, facendo un po’ di zapping, capito su una trasmissione dove il baffino sproloquiava, sproloquiava ed ad un certo punto se n’è uscito che bisogna fare le riforme, abolire le provincie, etc, etc
    la più grande risata della giornata
    così ho smesso di fare zapping e so' rimasto ad ascoltarlo, grandissimo come comico
    purtroppo al bobbolo è sufficiente

    RispondiElimina
  7. nulla di nuovo ...
    io non ci credo più
    basta
    kaput
    parlo del pd, ovvio

    RispondiElimina
  8. ma come???
    avete ballato in piazza, gridato al miracolo, e mò che fate??? marcia indietro? eh no eh..no....
    mò te tieni sto governo....:)))

    RispondiElimina
  9. Mi pare ovvio,quel che rimane della sinistra,ovvero il surrogato esistente nel Pd,non può al contrario della destra votare il pacchetto della madonnina piangente sul lavoro,non si può tornare indietro di cinquant'anni dopo tutte le lotte sindacali fatte.

    Dovrà essere un giudice stabilire se il licenziamento è corretto o meno,i "tempi degli egizi" sono finiti quasi due milleni....

    Forti con i deboli,mansueti con i potenti,per governare così bastava la quinta elementare!

    Ciao Gio

    RispondiElimina
  10. mi sono fermato alla terza riga.... assurdo: in che modo un esecutivo di centro sinistra bloccherebbe tanto i progetti di Casini (possibile, e grazie a dio!) quanto l'ammodernamento della destra post-berlusconiana????
    ti prego Sechi.....

    Comunque, se la conclusione fosse quella temuta da Sechi, io ne sarei più che felice!!
    Prodi merita il Quirinale, il berlusconismo politico è da seppellire e Casini è il solito democristiano! cos'altro vogliamo aggiungere?

    RispondiElimina